"Cari amici romani, vi e mai capitato di prendere la METRO A e non trovare, nel gabbiotto, accanto ai tornelli di entrata, nessun controllore?" Questa è la domanda che noi dell’associazione Avvocato del Cittadino abbiamo posto ai nostri soci e amici su Facebook.
Il perché? Abbiamo notato – prendendo la metro A almeno 2 volte alla settimana - che le stazioni periferiche, sono completamente deserte. Non ci sono i controllori. Non ci sono guardie giurate. Non c’è nessuno, se non utenti furiosi perché non riescono neanche a passare i tornelli se le macchinette obliteratrici fanno le bizze. Le risposte? Una per tutte: “Certo..quest’estate ho preso di sabato pomeriggio la metro a Lucio Sestio e non ho visto nessuno,tra l’ altro una signora si è anche sentita male e non abbiamo trovato nessuno da avvertire”
Da San Giovanni ad Anagnina, c’è il deserto. Almeno la mattina.
Fortunatamente le cose cambiano nelle stazioni centrali, con controllori e guardie giurate puntuali al loro posto. Ma nel resto delle stazioni che succede? E soprattutto, se ci fossero problemi, incidenti, chi controlla? A chi possono rivolgersi le persone sulle banchine? Pochi mesi fa è stata scongiurata una tragedia nella stazione di Lepanto grazie al personale in servizio che ha avvertito il treno in arrivo di fermarsi, mentre una persona era accidentalmente caduta nei binari. Cosa sarebbe successo se la situazione si fosse presentata nelle stazioni fantasma?
“Il controllo è un elemento di centrale importanza nelle fermate metro, dove quotidianamente transitano migliaia di persone – dice Emanuela Astolfi, presidente di Avvocato del Cittadino - Anche chi subisce un taccheggio (e con una nostra precedente inchiesta abbiamo addirittura stimato che in media, sulla metro A, avvengono 50 furti al giorno!) deve avere subito un’assistenza in loco. Come è possibile che nella Capitale, il destino del mezzo pubblico per eccellenza, la metro A, venga così abbandonato a se stesso?