NOSTROFIGLIO.IT - intervista ad Emanuela Astolfi, presidente di Avvocato del Cittadino
Se abbiamo una gravidanza a rischio e siamo costrette a restare a casa, dobbiamo sapere che prendendo giorni di malattia potremmo ricevere la visita fiscale dell’Inps. L’avvocato Emanuela Astolfi, presidente dell’associazione “Avvocato del Cittadino”, ci spiega in quali casi dobbiamo aspettarci l’arrivo del medico a casa
Tutte le mamme lavoratrici dipendenti hanno diritto al congedo di maternità obbligatorio, un periodo di 5 mesi, due precedenti alla data presunta del parto e tre successivi al lieto evento, in cui è esente dal lavoro. Ma che succede se abbiamo una gravidanza a rischio e dobbiamo restare a casa per gran parte dei nove mesi? Si può ricevere la visita fiscale del medico dell’Inps? Lo abbiamo chiesto all’avvocato Emanuela Astolfi, presidente dell’associazione “Avvocato del Cittadino”.
La domanda di interdizione a lavoro
«Se si ha una gravidanza a rischio e si sta a casa per malattia, è possibile ricevere una visita fiscale del medico dell’Inps nelle fasce orarie stabilite dalla legge: dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 se il lavoro è di natura privata; dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 se si è lavoratori pubblici», spiega la Astolfi.
In questi casi bisogna richiedere l’interdizione anticipata dal lavoro per gravi complicanze della gravidanza, un diritto riconosciuto dalla legge 151 del 2001. «Questa richiesta deve essere avvallata dall’Asl di competenza. Se la domanda viene accolta, la donna è esonerata dall’andare a lavoro e non è più soggetta a visita fiscale».
Quando rispettare l’obbligo di reperibilità
Se restiamo a casa usufruendo dei giorni di malattia, l’Inps è tenuto a mandare il medico per verificare la situazione, anche se siamo in possesso di un certificato che attesti la nostra condizione. «Per l’Inps formalmente la donna è in malattia e deve rispettare l’obbligo di reperibilità». L’unico caso in cui la futura mamma può rifiutarsi di essere visitata è quando il medico si presenta dopo le fasce orarie previste dalla legge.
Ma c’è un altro caso in cui dobbiamo essere reperibili: se siamo ancora in attesa del provvedimento di interdizione anticipata dal lavoro per gravi complicanze della gravidanza o preesistenti forme morbose dalla Asl.
Bisogna prima di tutto presentarsi alla Asl con un certificato medico di gravidanza che attesti le complicanze. Sulla base di accertamenti medico-sanitari effettuati a cura del Servizio Sanitario Nazionale, la Asl emette il provvedimento entro sette giorni decorrenti dal giorno successivo a quello di ricezione della documentazione completa.
Nell’arco di questa settimana, la donna potrebbe ricevere la visita del medico dell’Inps e ha l’obbligo di reperibilità. Una volta ottenuto il periodo di maternità anticipata, la lavoratrice non più è soggetta ad alcuna visita fiscale.