ROMA TODAY - L'associazione Avvocato del cittadino ha raccolto le denunce di tutti gli utenti non udenti che si sentono discriminati per l'assenza di sottotitoli su alcuni canali e per alcuni programmi. Chiesto un risarcimento all'azienda
Mamma Rai dimentica i sordi: "Ma noi paghiamo il canone come tutti"
ROMA - Pagano come tutti. Avrebbero i diritti, costituzionalmente tutelati, di tutti. Eppure, secondo la denuncia dell'associazione "Avvocato del cittadino", sembra che "mamma Rai" abbia dimenticato i telespettatori non udenti.
"La Rai - attacca l'associazione, che negli ultimi mesi ha raccolto le denunce degli utenti - rende inaccessibile il servizio pubblico ai telespettatori non udenti perché non prevede alcun servizio di sottotitolazione dei nuovi canali digitali, non garantisce un soddisfacente servizio di sottotitolazione sui canali storici - le dirette quasi mai sono sottotitolate" e, dulcis in fundo, "la funzione di sottotitolaggio dei contenuti trasmessi in diretta sul sito web non è attiva".
Da qui la decisione di "Avvocato del cittadino": un’azione collettiva nazionale per - spiegano - "richiedere alla Rai il risarcimento dei danni patiti dai telespettatori non udenti". Nello specifico, "chiederemo duemila euro per ogni abbonato” ha spiegato Emanuela Astolfi, presidente dell’associazione. Duemila euro di risarcimento per quello che, secondo l'associazione, è un diritto leso.
"Le persone non udenti non hanno alternative per accedere ai contenuti prodotti da un’emittente televisiva di uno Stato che ha ratificato la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. La Rai - denuncia l'associazione - sta creando un enorme danno ai cittadini con disabilità uditiva, i quali non solo vedono violato il loro diritto - costituzionalmente protetto - all’informazione, ma vivono in una vera e propria condizione di emarginazione".
Una condizione che, purtroppo, non risparmia i più piccoli. "I bambini con disabilità uditiva, non avendo possibilità di accedere ai canali con la programmazione a loro dedicata, e nello specifico, ai cartoni animati in onda su Rai Yoyo e Rai Gulp, rimangono seriamente discriminati - attacca Avvocato del cittadino - La condivisione degli stessi interessi e delle stesse passioni è alla base della coesione, del senso di amicizia, che la “televisione pubblica” deve sviluppare principalmente dando a tutti i bambini i mezzi per integrarsi".
Mamma Rai dimentica i sordi: "Ma noi paghiamo il canone come tutti"
“Speriamo di contribuire alla soluzione del problema con la nostra battaglia sociale - conclude Astolfi – con la nostra azione collettiva, a cui possono partecipare utenti da tutta Italia, chiederemo il risarcimento del danno finora patito dai telespettatori per la violazione dell’art. 13 del Contratto di servizio 2010-2012 e della Legge 3 marzo 2009, n. 18.". La sfida a "mamma Rai" è lanciata.