I genitori non riescono a sostenere i costi della seconda casa. Mentre i figli, seppur in molti casi over quarantenni, non riescono ad ottenere mutui dalle banche, per via delle loro precarie condizioni di lavoro. Ed è così che, in quest'ultimo anno, l'Associazione Avvocato del Cittadino ha ricevuto un boom di richieste da parte di anziani genitori che, esasperati dal carico delle imposte e dalla demoralizzazione, hanno chiesto informazioni su come poter "intestare" la loro seconda casa ai loro figli, salassati dai canoni di affitto e sempre più spesso frustrati per non riuscire ad ottenere credito dalle banche.
La scelta cade in genere sulla donazione della nuda o della piena proprietà del bene: quello che si vuole è infatti "arrichire" la prole, senza ricevere alcun corrispettivo.
La preoccupazione è tanta: i genitori sperano che quei beni per cui hanno tanto sudato possano dare un pausa di respiro ai loro figli, che sempre più frequentemente svolgono più di un lavoro per mantenere le loro famiglie.
"Ma c'è tanta frustrazione negli occhi dei giovani e meno giovani (i donatari sono infatti principalmente figli quarantenni) che, pur impegnandosi, non riescono a conoscere la soddisfazione dei loro padri che, con i loro sacrifici, sono riusciti a garantirsi la casa, quella stessa casa che loro, con estrema mortificazione, vivono appunto con il peso del "dono' e non come una conquista" spiega l'Associazione.
Da non sottovalutare è inoltre il fatto che tra Imu, Tari, Tasi, anche i genitori rappresentano che a malapena con le loro pensioni riescono a coprire gli importi delle imposte che gli vengono richiesti