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Policlinico di Tor Vergata: un bimbo di 18 mesi con ferita aperta sul labbro e la sua famiglia costretti a recarsi in altro ospedale per medicazione

Roma, 26 maggio 2014

Ha un anno e mezzo. Si chiama Daniele ed è il figlio di una dei soci fondatori dell'associazione Avvocato del Cittadino. Lo scorso sabato sera, giocando, si ferisce al labbro in maniera profonda. I genitori lo portano subito al pronto soccorso del Policlinico di Tor Vergata che immediatamente li avverte che la struttura non è dotata di ps pediatrico e che quindi avrebbero dovuto scegliere se recarsi da soli in un altro ospedale dotato di tale servizio o se farlo trasportare da loro con un ambulanza al Bambino Gesù. Il piccolo Daniele, avendo battuto la testa, andava tenuto sotto osservazione per 24 ore e dunque il ps pediatrico avrebbe dovuto vigilare sulle sue condizioni di salute, oltreché occuparsi della ferita.

Stupiti del fatto che non fosse stato comunque possibile essere assistiti al Ptv per una medicazione di emergenza, verso le 22.30, i genitori di Daniele (che intanto con il labbro "aperto" non smetteva di piangere) decidono di portare il piccolo con la loro auto all'Umberto I, dotato di PRONTO SOCCORSO PEDIATRICO. Qui il bimbo, dopo una brevissima fila, viene prontamente medicato al PRONTO SOCCORSO GENERALE. Il personale dell'ospedale ha infatti spiegato ai genitori che al ps pediatrico vengono seguiti bambini affetti da malattie; mentre per le ferite, come quelle riportate da suo figlio, l'assistenza viene prestata nell'area di emergenza generale, dove tra l'altro, i bambini hanno la precedenza. Dopo la medicazione al labbro, i genitori, potevano poi scegliere se far rimanere il piccolo per precauzione al ps pediatrico per tenerlo sotto osservazione per il colpo subito alla testa o se portarlo a casa e monitorare direttamente loro la situazione, seguendo le istruzioni fornitegli dal personale medico.

Malasanità - pronto soccorso