Spendono un sacco di soldi per la gravidanza. E non solo quando, per via delle liste d'attesa, non riescono a prenotare per tempo esami e controlli presso Asl e ospedali, ma anche quando scoprono che i ginecologi prescrivono loro - abitualmente - molti più esami di quelli previsti dal Servizio Sanitario Nazionale. Stiamo ovviamente parlando delle gestanti e dei problemi che debbono affrontare durante lo stato interessante: alcune di loro si sono rivolte all'Associazione "Avvocato del Cittadino" per rendere nota la situazione e indagare su alcune questioni. Ecco i fatti: le donne incinte hanno diritto ad eseguire gratuitamente, senza partecipazione al costo (ticket), le prestazioni specialistiche e diagnostiche previste dal Ministero della Salute nel Decreto del 10 settembre 1998.
Il problema è però che gli esami abitualmente prescritti dai ginecologi per il controllo di una gestazione fisiologica, cioè che decorre senza particolari problemi, superano regolarmente quelle previsti dal decreto ministeriale. Per accorgersene basta scaricare da internet un calendario con gli esami da effettuare nel corso di una gravidanza "normale". O chiedere a qualche neomamma. Simonetta, Francesca ed Antonella, tre giovani donne socie di Avvocato del Cittadino, raccontano di aver avuto delle gravidanze assolutamente tranquille ma di aver effettuato a pagamento ecografie non previste tra quelle convenzionate, esami del sangue e Bitest . E poi c'è l'amniocentesi, gratuita solo per le donne "over 35". In media si spendono sui 1.500 euro per svolgere privatamente le visite non convenzionate.
E proprio riguardo ai costi, di recente, l'associazione Avvocato del Cittadino, con un'inchiesta, ha indagato su quanto le donne romane spendono durante la gravidanza, scoprendo che gli importi si aggirano sui 4.000,00 euro. Risultato, questo, prodotto sia dal fatto che le gestanti sono costrette a rivolgersi a strutture private perché l'odissea delle liste d'attesa è incompatibile col puntuale calendario della gravidanza, ma anche dal costo delle visite non convenzionate. Insomma, un binomio, questo, del tutto vergognoso che spesso porta ad un epilogo eccessivamente angustiato, in termini economici, per le future mamme.